
venerdì 2 settembre 2011
La verità, vi prego, su Canale Mussolini
Quel che non va in Canale Mussolini è che la voce narrante (che assume la forma logora del "narratore inattendibile") sembra all'inizio digiuna di qualsiasi complicazione intellettuale, e dunque legittimata a lasciarsi incantare dalla retorica del Fascismo. Noi la perdoniamo, come si perdona colui che non ha gli strumenti per difendersi dal male e lo moltiplica. A mano a mano che il romanzo procede, però, la stessa voce si rivela tutt'altro che ingenua, ed anzi piuttosto a suo agio con il mondo delle idee. A questo punto il romanzo crolla; non solo in quanto viene meno un aspetto essenziale del rapporto fra scrittore e lettore, cioè la fiducia, ma perché nell'attimo in cui il narratore muta di status intellettuale noi ci aspetteremmo da lui qualcosa di molto diverso dalla connivenza: per esempio degli atti di smascheramento.
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