
mercoledì 28 settembre 2011
Carnage: un rovello.
Dopo aver visto il film di Polanski mi sono posto soprattutto una domanda: perché tutti i "cattivi" (il feroce avvocato difensore delle case farmaceutiche; la moglie, apparentemente conciliante e in realtà ipocrita e "peggio del marito"; il cinico gestore di un negozio di casalinghi) sono bravissimi ad argomentare la normalità - banalità - del male nonché il suo inevitabile dominio sul mondo, mentre l'unico personaggio d'emblé "positivo", quello recitato dalla Foster, balbetta, si contraddice, perde le staffe? E' un cedimento moralistico biasimare la slealtà del regista?
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Bella domanda. Forse il regista gioca tanto sul filo del paradosso che non è possibile distinguere sul piano morale: non c'è, dico, buono e cattivo, cinico e magnanimo.
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