lunedì 17 giugno 2013

Nemmeno i banditi



C'è un Paese dove esiste un'associazione di Amici della Domenica, i cui statuti non contemplano la virtù della trasparenza, ma che è rispettata, e che ogni anno assegna a uno scrittore un premio, il premio Strega. In passato la struttura dell'associazione era, dal punto di vista della teoria dei governi, dispotico-illuminata, come i regni di Federico II di Prussia, Maria Teresa d'Austria o Caterina di Russia: gli Amici sceglievano chi volevano loro, ma lo facevano nell'interesse dei lettori, per cui di solito premiavano grandi autori. Di un regime costituzionale, nemmeno a parlarne; però la cornice paternalistica veniva parzialmente riscattata dalla condivisibilità della scelta.
Un brutto giorno, l'associazione divenne dispotico-arbitraria: come i Borbone di Napoli, i peggiori zar o il  Sultano della Sublime Porta. Oltre a scegliere senza dover render conto a nessuno, gli Amici cominciarono a selezionare i vincitori in base a un solo criterio: quello dell'interesse. Il loro, non quello dei lettori. Premiando opere scadenti, insignificanti o brutte.
Da allora, gli autori "rispettabili" fanno le mostre di disprezzare lo Strega. Peccato lo facciano finché non vengono invitati a partecipare al premio. In questo caso, si comportano come si comportò il Papa quando ricevette un invito da Pinochet: invece di rifiutare, come farebbe istintivamente chiunque ("io non stringo la mano a certa gente") sviluppano il seguente argomento: "Se mi ha invitato, è perché vorrebbe cambiare; anzi, perché sta già cambiando; ma che dico: perché è già cambiato. Altrimenti non avrebbe invitato una persona onesta come me!"
Quando comincia la gara, aihmè, l'autore fiuta l'aria che tira e comprende subito che ha preso un abbaglio: il Sultano non è cambiato, non sta cambiando e probabilmente, anche se va in giro a dire il contrario ai giornalisti, nemmeno vuole cambiare.
A questo punto l'autore, preso in contropiede, non se ne va sbattendo la porta, no: piuttosto rimane e sviluppa in tutta fretta un secondo argomento auto-assolutorio; un argomento, per così dire, di scorta: ipotizza che il "sistema", quantunque scellerato, per una volta possa generare un risultato onesto. Sì, i miei giudici sono corrotti, ma stavolta gli interessi dei lettori, quelli degli Amici e quelli delle case editrici sono gli stessi, e quindi... La mia vittoria, direbbe la logica medievale, è formaliter impresentabile, ma materialiter pulita. Anche Mefistofele, nel Faust, ammette qualcosa del genere. Hitler ha sconfitto la disoccupazione, Mussolini faceva arrivare in orario i treni: perché gli Amici della Domenica non potrebbero premiare me?
Quando perde - e questo tipo di scrittore perde sempre - l'autore "rispettabile" corre di nuovo ai ripari e brandisce un terzo argomento: "Qualcuno (cioè qualcuno dei delinquenti che speravo nel frattempo si fossero redenti: di solito gli editori che lo hanno convinto a partecipare a quel gioco al massacro con contentini che è lo Strega) non ha mantenuto la parola". Egli non cerca più di scagionare gli Amici, come all'inizio. Non prova nemmeno a scagionare se stesso. Cosa può fare, se non aggrapparsi all'origine immemoriale del diritto? Pacta sunt servanda. E ha ragione, anche se si tratta di una ragione residuale, a protestare: infatti, come scriveva Leibniz nei Nouveaux essais, anche i banditi hanno delle regole, e di solito le rispettano. Leibniz, che è stato fortunato: perché non ha avuto l'occasione di conoscere l'Italia di oggi; dove le regole non le rispettano nemmeno i banditi. E questo potrebbe essere un quarto - e per fortuna ultimo - argomento.