martedì 9 ottobre 2012

Cuore di latta



Negli ultimi anni Sebastiano Vassalli ha pubblicato volumi generalmente ottimi, dove le vicende più varie diventano uno strumento perfetto - quasi un megafono - nelle mani del severo moralista che lo scrittore della Chimera è e vuole essere. Una severità che traspare persino dai risvolti di copertina, nei quali immancabilmente compare la formula (a dire il vero leggermente comica) “Per volontà dell’autore questo romanzo non partecipa a premi letterari”. Dell'autore: nel caso a qualcuno venisse il sospetto che non vi partecipi per volontà dell’editore, o magari dei giurati... In realtà, l’estraneità di Vassalli a certa cattiva società letteraria è una conseguenza del suo fastidio verso il nostro tempo, come rivela la fiaba atipica di Comprare il sole (Einaudi, 180 pagg, 18 euro).
Il personaggio principale del romanzo, Nadia Motta, vive in un mondo infestato dalle virgolette. Studentessa di psicologia, Nadia ogni tanto va “a dare un esame”, si paga gli studi facendo la “baby sitter”, apprezza la stagione (felice su tutte, chiosa sarcastico Vassalli) dei “saldi”. Poi, un giorno, acquista un biglietto della lotteria e vince ventisei milioni di euro. Avere in tasca una somma simile le consente di liberarsi in un batter d'occhio del fidanzato (che lei chiama “il mio babbeo”) e della madre troppo invadente, una femminista storica tutta gonne lunghe e scialli di lana. Dopodiché, piena di quattrini, Nadia può felicemente incamminarsi verso il suo paradiso personale: un gigantesco outlet, variante postmoderna del mito novecentista dei grandi magazzini. “Perché i soldi non danno la felicità, ma tutto il resto sì”. Ancora qualche settimana e un suo amico professore, dopo averle spiegato che non basta avere un conto in banca a sei zeri per essere considerati ricchi, le presenterà un avvocato il quale saprà investire l'inattesa fortuna in alcune società offshore, con i risultati che si possono immaginare.
Favola atipica, si diceva, e non solo per l’argomento. Il fatto è che nella nostra cultura, per complesse ragioni cattoliche, marxiste o wagneriane, siamo convinti che il denaro uccida l'amore e che la ricchezza, la ricchezza vera, sia incompatibile con la spontaneità di ogni sentimento. Ma Nadia aveva il cuore di latta anche quando era povera e quindi, a parte un po' di virgolette, dalla vincita alla lotteria non ha nulla da perdere. Che Vassalli, con la consueta spietatezza, stia avvertendoci che ormai è troppo tardi per tutto, anche per approfittare della nostra mancanza di umanità?