venerdì 12 agosto 2011

Mai vendere l'anima al diavolo

Questo è un apologo.
Conosco M.C. nel 1999, durante il dottorato, si occupa della filosofia del linguaggio di Hegel. E' uno studioso di tutto rispetto, inoltre è davvero affabile e alle feste ha un modo stranissimo ma irresistibile di ballare. Poi non lo vedo per qualche mese, finché un giorno non si fa vivo con una mail. Dopo il dottorato ha frequentato un corso di sceneggiatura tenuto da Paolo Virzì, ed ha già buttato giù un trattamento. Gli chiedo di mandarmelo, visto che je me pique di non poca esperienza nel campo, ma quando lo leggo resto allibito. Non sembra uscito dalla penna di un filosofo del linguaggio: il testo, se ricordo bene, è una commediola in cui si parla di un travestito immigrato che vive a Bari e riesce a farsi accettare dalla "comunità" aiutandoli a coltivare marjuhana. Naturalmente gli rispondo subito con una mail colma di stupore, prima che di delusione. Lui, educatamente, accetta le mie troppo ruvide critiche, ma dichiara che spera comunque di riuscire a vendere la sceneggiatura.
Circa tre anni dopo lo incontro per caso al Lido di Venezia, dove eravamo entrambi per la mostra del cinema. Un po' imbarazzato, ma giustamente orgoglioso, mi rivela che la sceneggiatura che io avevo maltrattato aveva vinto il premio Solinas. Mi congratulo: in fondo ognuno deve trovare la sua strada ed evidentemente la commedia brillante era nelle sue corde.
Passano altri anni, siamo arrivati al 2010. M.C. è passato dalla sceneggiatura alla regia. Ha girato un film, un buon film, fra il drammatico e uno "scanzonato" affabile come affabile è lui, e comunque è un film che vale più della media dei film italiani. Lo vedo all'arena Sacher, scelto da Moretti per la rassegna in cui il regista di Bianca presenta lungometraggi ingiustamente quasi passati sotto silenzio. Dopo la proiezione M.C. risponde alle domande del publico. E' ancora evidentemente turbato da ciò che è successo: il film è stato distribuito poco, male, ed è stato tolto dalle sale dopo pochi giorni.
Morale: non sarebbe stato meglio essere coerenti fin dall'inizio? Vendere l'anima al diavolo non è servito, e tentare di riacquistarne delle porzioni in un secondo momento è servito ancora di meno.

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